Photo by Tingey Injury Law Firm on Unsplash Quando leggo un titolo che promette di fare chiarezza e/o di arricchire la mia capacità di fare domande, sia un corso, un libro o una commedia, abbocco sempre all’amo e molto velocemente, comportamento che solitamente non mi appartiene. Tuttavia non sono ancora stata delusa, quindi forse trattasi di istinto o sesto senso. Tutto inizia dalla domanda iniziale: perché porre domande? Ci sono talmente tanti motivi per farlo e proprio per questo così tanti tipi di domande possibili. Non parliamo poi delle risposte che sono letteralmente infinite. Che si pongano domande per raccogliere dati pratici o per conoscere qualcuno o per investigare dentro se stessi, si può sempre trarre beneficio dall’approfondire l’arte del fare domande. Le domande hanno un potere enorme, sia che le si ponga ad un altro, si che le si ponga a se stessi. Una domanda può aprire un orizzonte completamnte nuovo che consente un’espanzione infinita della tua coscienza così come a livello più terreno e materiale.
Come posso affrontare questo cambiamento che non posso controllare? Quali risorse ho ha disposizione? Quali devo procurarmi? Che possibilità ho? Come poso verificare la fattibilità di questo progetto? Ma le domande sono anche il modo più sicuro di comunicare per evitare conflitti e assicurare una collaborazione creativa. Qual’è la tua opinione? Come hai sviluppato questo punto di vista? Che valore vedi nel mio punto di vista? Che possibilità vedi di integrare i nostri diversi punti di vista? Come possiamo collaborare per raggiungere il successo del progetto insieme? Certo è che ci sono delle regole nel fare domande. Le domande, come molte altre cose, possono essere usate in modo manipolativeo e quindi contro producente ad una comunicazione evolutiva. Le principali 2 regole del porre domande secondo il modello socratico sono:
Quando riesci a rispettare questi due criteri, ti apri ad una comunicazione incondizionata, una comunicazione che andrà nella direzione organica influenzata da entrambi gli interlocutori. L’applicazione di questi due criteri può difficilmente essere controllata dall’esterno, non si può davvero misurare o giudicare se l’altro sta seguendo questi criteri, talvolta potrebbe succedere che si pensi di seguirli, ma che qualcosa interferisca inconsciamente col nostro proposito. Si può inolte essere facilmente influenzata da percezioni personali, emozioni e impressioni di ciò che sappiamo e abbiamo vissuto e quindi non oggettivamente misurabile. Questo significa che la pratica di questi due criteri ti invita a guardarti dentro ogni volta e verificare con te stesso/a se realmente ti stai aprendo a porre una domanda socratica. C’è una componente emotiva coinvolta che può facilemte sfuggirci di mano e che è bene tenere presente. Se, per esempio. la risposta alla domanda può ferirci o preoccuparci molto le emozioni potrebbero influenzarci senza che ce ne accorgiamo e questo é naturale. Si potrebbe dire che porre domande socratiche è un obbiettivo verso cui tendiamo e a cui ci avviciniamo ad ogni tentativo sempre di più. Uno strumento che possiamo usare per diventare più consapevole e per continuare a crescere. Chiedere ad un figlio se ha usato droge o ad un partner se ci ha tradito sono esempi per comprendere come le emozioni possono offuscare le nostre capacità socratiche. In questi due esempi è infatti facile immaginare come le emozioni potrebbero creare una carica emotiva tale per cui resta difficile essere aperti a qualunque tipo di risposta senza aspettative. Cosa facciamo (senza rendercene conto) quando non poniamo realmente una domanda socratica, perchè a causa delle emozioni coinvolte non riusciamo ad essere veramente aperti ad ogni risposata che potremmo ricevere? In alcuni casi cerchiamo rassicurazione, in altri cerchiamo protezione e in altri ancora vogliamo controllare o dare consigli. Se ti accorgi che non stai ponendo una vera domanda socratica, hai la possibilità di fare un passo indietro, spostare l’attenzione verso te stesso/a e scoprire il tuo mondo interiore investigando cosa sta realmente succedendo dentro di te e cosa stai realmente cercando di raggiungere. Spesso la vita così come viene vissuta in questo periodo storico consente poco spazio per domande vere, serie, che invitano a momenti di riflessione. Questo stile di vita è perfetto per chi preferisce fuggire da se stesso/a e dal dolore che potrebbe esserci dentro di se. Meno utile a coloro che apprezzano riflettere, farsi domande, capire più a fondo se stessi e la realtà che li circonda.Questi ultimi devono lottare per creare degli spazi interiori ed esterni di pace e silenzio per potersi porre delle domande. Cosa succederebbe nella mia vita se mi ponessi più domande? Quali domande mi porrei? Quali domande porrei agli altri? Cosa mi trattiene dal fare più domande ai miei cari? Quali possibilità mi si aprono se inizio a porre domande socratiche? Quante domande ho dentro di me già da tanto tempo? Perchè non ho mai trovato una risposta? Socrate credeva che una saggezza profonda e preziosa fosse presente dentro ognuno di noi e che porre domande fosse il modo in cui quella saggezza potesse emergere a beneficio dell’individuo e della società. Porsi e porre domande diventa allora un vero strumento evolutivo, un dovere sociale, si potrebbe dire. Si tratta di una responsabilità personale e sociale, un dover crescere. Herman Hesse diceva che la crescita è inevitabile e che noi possiamo solo influenzare la direzione, la velocità e in una certa misura la qualità dei contenuti. Porsi domande ci aiuta proprio a definire quella direzione ed, emozioni permettendo, la velocità. Ma come trovare la risposta alle domande che poniamo a noi stessi? Igor Sibaldi condivide il suo metodo con una bella metafora: quando si pone una domanda socratica a se stessi, una domanda di cui realmente non si sa la risposta e per cui si è veramente aperti ad ascoltare una risposta, è un pò come tirare una palla lontano nel cielo e poi pazientemente aspettare che la palla ritorni dopo un pò di tempo una risposta alla domanda. La risposta diventa accessibile a chi l’ha posta ma 1e importante essere in modalità di ricezione o la si potrebbe perdere. Può sembrare una intuizione o come se qualcuno ce la sussurrasse, ma di sicuro sentiamo che quella risposta appartiene alla domanda che abbiamo posto. Se abbiamo il coraggio di fare domande coraggiose talvolta riceviamo risposte complesse da integrare e che siamo tentati di lasciar andare come sogni che ci ricordiamo solo per poco al mattino. Socrate venne in ultima istanza ucciso perchè invitare la gente a porsi domande rendeva la gente critica, autonoma nel pensare e più esigente rispetto alla vita e il potere reggente aveva di conseguenza molte difficoltà a mantenere il potere e a influenzare le folle. Questa è una testimonianza al potere del porsi domande. Per concludere la mia domanda per te è: Qual’è la domanda più importante che vuoi porre a te stessa?
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Lara Briozzo
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