Il primo principio spiega che bisogna essere adulti per praticare OM, ed essere adulti consiste nella capacitá di prendersi il 100% della responsabilitá per l’esperienza che abbiamo quando entriamo in contatto con un altro essere umano per praticare OM insieme.
Il modo in cui ci prendiamo questa responsabilitá è da un lato comunicando in modo chiaro, esprimendo chiaramente i nostri desideri e condividendo il nostro sentire interno. Dall’altro agendo dal presupposto che ciò che sentiamo è originato da dentro di noi e creato dall’interazione fra tutti i nostri credo, le nostre esperienze e le nostre ferite, quindi nostro da gestire e non causato dall’altro. Ciò che è mio è per me da gestire ed è mia responsabilitá. Il modo corretto di praticare OM è farlo come adulti, ovverosia, prendersi la responsabilitá di dove, quando e con chi pratichiamo. Inoltre riconoscere che siamo partecipanti consenzienti e che in ogni momento possiamo interrompere l’OM se necessario. Chi pratica con noi infatti non ci sta fornendo un servizio così come noi non lo stiamo facendo per loro, quindi, far piacere all’altro non fa parte della pratica, così come trattare l’altro come colpevole se non ci piace cosa l’altro sta facendo. Adesso, rileggi questa prima parte del testo sostituendo la parola ‘OM’ con ‘relazione di coppia’ e nota quanto senso ha quello che viene fuori. Praticare la relazione di coppia può essere vista come una pratica la cui prima regola è prendersi responsabilitá del nostro contributo. Questo è un modo molto salutare, amorevole ed evolutivo di vivere la coppia. Prova ora a sostituire ‘OM’ con la parola ‘vita’. È emozionante scoprire quanta veritá universale ci sia in questo primo principio che guida la pratica dell’OM e se sei fortunato anche la pratica delle tue relazioni più importanti e della tua vita in generale. Se stai pensando che parlare di responsabilitá e di essere adulti escluda i bambini, considera che i bambini sanno prendersi le loro responsabilitá molto bene. Soprattutto quando piccoli e ancora nel loro essere più spontaneo, sono inclini a vedere il mondo come una realtá connessa con loro stessi e quindi influenzabile da loro. Solo col tempo e influenzati dal cattivo esempio dei così detti adulti intorno a loro, imparano a spostare le responsabilitá fuori da loro e dare la colpa al mondo di ciò che a loro non piace. Per andare più a fondo di questo principio puoi prenderti un pò di tempo per guardare ad un aspetto della tua vita che vorresti migliorare e rispondere a queste domande:
Rileggendo le risposte a queste due semplici domande, noterai facilmente ciò che credi riguardo a chi tu ritieni responsabile per la tua attuale situazione. È molto probabile che tu non ti stia prendendo il 100% della responsabilitá per quello che sta succedendo nella tua vita, in pochi lo fanno e se lo facessi non ti vivresti la situazione come problematica, ma semplicemente come una parte del tuo processo di crescita. Succede, non ti preoccupare, ma che fare adesso? Beh, fatti un altra domanda e non avere fretta di rispondere subito, ci potrebbe voler un pò prima che la risposta emerga dentro di te:
Ricorda che prendersi il 100% della responsabilitá significa partire dal presupposto che tutto quello che succede nella mia vita è stato creato in qualche modo dalla mia energia e dal mio pensiero. Le cose che credo possibili e impossibili determinano i miei pensieri che a sua volta danno forma alla mia realtá. Se vuoi approfondire questo tema, ti posso consigliare un bel libro che parla proprio di questo ‘La Scuola Degli Dei’ di Elio D’Anna. Se poi vuoi approfondire queste tematiche in un colloquio con me, non esitare a metterti in contatto: Lara [email protected]
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Lara Briozzo
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